MESSAGGIO PASQUALE ALLE DAME, CAVALIERI, MEMBRI DEL PRINCIPATO, AMICI

La misericordia (dal latino miserere, e cor/cordis) è un termine che sta a significare “avere pietà, essere vicino, provare empatia verso chi soffre”. È questo un sentimento che addolcisce, intenerisce il cuore e lo rende capace di dare e ricevere amore.

La misericordia non è una vuota parola, ma è un sentimento attivo che si traduce in azioni concrete: stare vicino ad un infermo, aiutare economicamente un povero, difendere un debole. In ultimo si può tradurre nell’atto di perdonare. La misericordia, così come la gioia e la pace è frutto della carità che è la virtù teologale per la quale amiamo Dio sopra ogni cosa per sé stesso, e il nostro prossimo come noi stessi per amore di Dio.

La parola misericordia compare nella Bibbia ben 205 volte a partire da Genesi 19,16 “Lot indugiava, ma quegli uomini presero per mano lui, sua moglie e le sue due figlie, per un grande atto di misericordia del Signore verso di lui; lo fecero uscire e lo condussero fuori della città.”

Che l’essere misericordioso sia un attributo di Dio lo apprendiamo in ben 22 citazioni bibliche a partire da Esodo 34,6 “Il Signore passò davanti a lui proclamando: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di grazia e di fedeltà”.

Da questi passi della Bibbia comprendiamo che Dio è misericordioso; il suo è un amore infinito, capace di accogliere e di perdonare chi sbaglia.
A prima vista si potrebbe pensare che carità, misericordia e perdono si equivalgano. In realtà non è così. Non sarebbe giusto che Dio perdonasse sempre, chiunque e comunque. Ecco quindi che la carità così come la misericordia sono bilanciate dalla giustizia. In sostanza carità e giustizia non potrebbero esistere separatamente.

La misericordia va intesa quindi come un atto di amore, un tempo, un periodo che il Signore ci concede al fine di riflettere sulla nostra vita, sui nostri errori per potere poi chiedere perdono.

Dio ci perdona perché ci ama profondamente. Ma non è un perdono “a prescindere”; prima bisogna rendersi conto di avere sbagliato, e poi si potrà chiedere perdono per i propri peccati, per i propri errori. Dio non ama punirci per farci imparare la lezione; noi possediamo un libero arbitrio per cui nessuno potrà mai obbligarci a scegliere una via, fosse anche quella della salvezza. Tuttavia, il Signore non può neppure perdonare chi continua a vivere nel peccato.

Attraverso la sua misericordia, il Signore preferisce donarci il suo amore, un amore che è la chiave per essere migliori, un amore capace di toccare il nostro cuore, la nostra mente e indicarci la via che porta alla conversione.

Gesù il Nazareno, il Dio/Uomo, sulla croce è circondato da due peccatori. Lui dona il suo amore, la sua sofferenza, il suo sguardo amorevole, la sua misericordia ad entrambi, ma uno solo comprenderà ed accetterà questo suo atto di estrema carità.

In questo periodo Pasquale comprendiamo quanto la riflessione, la meditazione, la preghiera siano importanti per avere un cuore puro e misericordioso. Ricordiamocelo sempre: la carità e la misericordia sono i sentimenti che più ci avvicinano al nostro Dio.

Diego Beltrutti di San Biagio

Principe di Seborga – Priore del V.O.S.S.