Care Dame, Scudieri, Cavalieri, Seborghini, Simpatizzanti e Amici,

i nostri cavallereschi auguri di buon Natale, ricolmi di fraterna amicizia e di amore, giungano a tutti voi.

Possa la nostra vita risplendere e riflettere la nuova luce allo stesso modo in cui luccicano le palline dell’albero di Natale.

 

Gesù continua a ritornare sulla terra per mostrarci che cosa sia la verità, la purezza e la santità. Egli ci chiede che queste virtù non siano soltanto ideali astratti, ma che ognuno se ne faccia carico per accelerare quell’armonia universale di cui tutti noi abbiamo disperato bisogno.

Oggi i tempi sono difficili. Ci troviamo dinnanzi ad una umanità indifferente, inespressiva, a reattiva, spietata.  Ciò che è sacro, divino, spirituale, non pare interessare più. Il brutto, il disgustoso, l’inopportuno, l’empio sono oggi alla base del comportamento di molti.

Ci vuole coraggio a vivere, oggi, per coloro che hanno preso come esempio e guida Gesù Cristo. Ma ci andrebbe altrettanto coraggio anche se prendessimo come esempio la vita di qualche Santo. Ma siamo certi che altrettanto coraggio ci servirebbe anche nel caso in cui decidessimo di prendere come esempio la vita di un padre, di una madre oppure dei nonni di tanti di noi.

A noi, Cavalieri Bianchi di Seborga è chiesto di proteggerei deboli, i fragili, le vedove, gli orfani. Questa è sempre stata la nostra missione oltre a quella di vivere con Cristo, in Cristo e soprattutto per Cristo.

Approfittiamo di questo Natale per imparare ad esprimere un amore incondizionato, per essere pronti a servire e a perdonare. Celebrare lo spirito del Natale significa non avere paura di testimoniare una fede incrollabile verso il nostro Padre buono.  Ciò significa offrire al nostro prossimo comprensione e sincera compassione.

Troviamo il tempo per sederci davanti all’Albero o davanti al Presepe, in compagnia dei figli, o delle persone a noi care, e impariamo a mettere a disposizione degli altri l’amore e la devozione della nostra anima.

Ricordiamoci infine che a Natale siamo autorizzati a gioire, a fare festa, perché abbiamo un motivo valido. Gesù è rinato. A Betlemme, cioè nella casa del pane, Gesù è nato e non a caso è stato posto nella mangiatoia: per ricordarci che è pronto per essere il nostro cibo spirituale.

Ricordiamoci, carissimi tutti, che è nostro compito, specialmente in questi giorni, portare “gioia al mondo”, alle nostre case, alle nostre famiglie senza mai dimenticarci di chi una casa o una famiglia non ha.    Un abbraccio in Cristo.