QUANDO UN PRINCIPATO DIVENTA UNA BURLETTA
Difronte a certe situazioni non resta che “mettersi le mani nei capelli”. Si resta sbalorditi, frastornati nell’apprendere ciò che è avvenuto a Seborga. Un giornalista arriva a Seborga. Giunto in piazzetta entra nel negozietto di souvenir. Li, che cosa succede? Succede che la famosa e pomposa “corona del principato”, simbolo della regalità e del potere seborghino si trovi proprio lì. Pare che venga custodita proprio lì, nel negozietto dei souvenir. Quale esempio di regalità! Qui avviene un fatto incredibile. Sopraggiunge la cosiddetta “principessa del popolo”, al secolo signora Nina Dobler, la quale fa ciò che farebbe qualunque commessa in un negozio di vestiti di carnevale: “la vuole provare?” Ecco allora che prende la corona e “investe” il giornalista. Successivamente non paga di tutto ciò gli conferisce anche la cittadinanza onoraria.
Ma pensate voi che il re Charles di Inghilterra, Guillaume di Lussemburgo, Albert di Monaco si prestino per simili teatrini? Pensate che tengano la corona in un bugigattolo pieno di cianfrusaglie? Pensate che invitino i passanti a provare la corona? Ma questa è una palese ammissione che la Nina e tutto il resto non sono altro che una gigantesca burla.
Da questo gesto apprendiamo come la signora Nina Dobler intenda il Principato una farsa, una carnevalata. Per fortuna che dietro questi modi di fare, frutto della assoluta non conoscenza di che cosa sia un Principato e voglia dire essere Principe, ci sta un vero Principato ed un vero Principe.
Il nostro Principe Diego Beltrutti di San Biagio ha un alto rispetto di Seborga, dei suoi abitanti, delle sue tradizioni per cui non scenderebbe mai a tale mancanza di rispetto. Il Principe Diego si che è il difensore del Castrum Sepulchri.
Alla farsa mancava il finale; eccolo qua: il giornalista chiede alla signora Dobler come si senta … la Nina risponde di sentirsi una “principessa peace and love”. Il giornalista successivamente ripete la frase, in uno stentato inglese. Ne uscirà così un grido: “la principessa piselo…v“. Finale comico di una tragica piece.