2024: UNA PASQUA DI GUERRA
Il male compare davanti ai nostri occhi più volte al giorno. Ci appare in tutta la sua banalità. Adulti, anziani, bambini, una processione di morti; un numero impressionante di mutilati e di feriti urlanti. Luoghi devastati, macerie e rottami ovunque, alberi esplosi, terreni violentati da enormi buche. Ospedali, infrastrutture civili, scuole, fabbriche, chiese, … tutto distrutto.
Questo lo scenario che ci accompagna verso la prossima Pasqua. Come dobbiamo, noi Cristiani, celebrare questa Pasqua? Come celebrarla in mezzo alla guerra, alle sofferenze di così tanti nostri simili? In che modo possiamo conciliare il periodo pasquale con la guerra? Come testimoniare la nostra vicinanza con coloro che stanno vivendo quotidianamente il dramma della paura di una morte violenta?
Noi fedeli di Cristo sappiamo che la Pasqua significa “passaggio”, il passaggio dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita. Non è certamente facile pensare e credere nella Pasqua dinnanzi a tante atrocità. Se è facile vedere la morte, non altrettanto facile vedere la rinascita. E allora, con che spirito riusciremo a parlare della Pasqua, oggi? Saremo in grado di sentire la presenza di Dio quando non esiste nessuna pace, ma solo orrore e devastazione.
La guerra, il male e le sofferenze ci pongono dei “perché”! Queste domande ci costringono a riflettere e le risposte non possono essere banali. Noi riusciamo a rispondere senza esitazione perchè certi della fede in Cristo. Pur con tutte le difficoltà umane, noi cavalieri continuiamo ancora a credere nella “Pesach”, nel passaggio dalla morte alla Vita.
Per noi Cavalieri Bianchi ci sono dei landmark eterni: Dio è buono e Satana è cattivo. Teniamoci a mente le parole del Salmista: «Dio è per noi un rifugio e una forza, un aiuto sempre pronto nelle difficoltà. Perciò non temiamo se la terra è sconvolta, se i monti si smuovono in mezzo al mare, se le acque rumoreggiano, schiumano e si gonfiano facendo tremare i monti». (Sal 46,1-3).